L’arte, l’acciaio e la luce riflessa nella mostra di Helidon Xhixha
In “Ordine sparso” non poteva che essere il titolo più azzeccato di questa mostra, quello che meglio avrebbe riassunto in sole tre parole i concetti di arte, spazio e materia.
Un titolo pensato per dare un nome distintivo e inconfondibile a quell’incastro dalle geometrie perfette tra natura e acciaio, a imponenti sculture alte come specchi, dalle superfici in acciaio inossidabile, capaci di riflettere e indagare al tempo stesso, in modo elegante, il contrasto tra caos ed ordine, materia e natura, uomo e natura.
Immerse in uno dei giardini storici di Firenze e in altri luoghi della città culla del Rinascimento italiano, come Piazza Pitti e Piazza Firenze, le opere esclusive di Xhixha svelano un autentico gioco di luci, dalle mille sfumature, tra ombre e luci, cavità e vuoti.
Sono questi, in ordine sparso per l’appunto, i ricordi dell’ultimo weekend di giugno trascorso a Firenze. Una settimana in cui ho avuto l’occasione di prender parte all’inaugurazione di una delle mostre d’arte contemporanea più attese in Italia per genialità, estro, stile curata dal direttore Eike Schmidt insieme al critico d'arte Diego Giolitti.
Uno stile riconoscibile e unico quello di Helidon Xhixha, che coltiva fin dai suoi primi anni di formazione all’Accademia di Belle Arti a Milano, dove scopre, da figlio d’arte, una passione quasi viscerale per la scultura e per l’arte plastica.
L’amore per i metalli fu un colpo di fulmine, scoccato casualmente durante una visita in un’azienda, alla vista di un grande contenitore che conteneva scarti di metalli. Come racconta durante un’intervista, fu proprio la mescolanza di quei materiali fluidi, quel movimento di colori, di luci intravisti in un grande cassone, a segnare la sua strada da scultore di metalli e da prestigiatore di giochi di luce in movimento.
Una percezione chiaramente visibile anche a Firenze, dove appena entrato nei Giardini di Boboli, la prima sensazione che ho avuto è stata quella di una ricerca di un ordine quasi maniacale nella collocazione delle opere, data dal gioco di simmetrie. Addentrandomi poi, tra terrazze e viali, ho avvertito un profondo caos. Le sculture sembravano navigare senza meta nella natura e, quasi giocando a nascondino, si lasciavano scoprire e ammirare in tutto il loro splendore, senza mai contrapporsi del tutto ad essa, senza mai confondersi con gli scorci della città di Firenze, fino a svelare la loro essenza e bellezza. Quasi come specchi mobili, dalle prospettive capaci di trasformare sculture in acqua in movimento, riflessi in un gioco di luci e ombre dalla forma mai uguale.
Per originalità, i suoi lavori oggi sono molto stimati nell’arena internazionale dell’arte. Innumerevoli sono le sue esposizioni in Italia ed all’estero (dall’America a Dubai, in Europa, in Russia, in Svizzera) con cui è riuscito a stregare l’interesse di critici d’arte, esperti, collezionisti d’opere d’arte contemporanea. Per stile, per genio, per capacità di dare forma a qualcosa in eterno movimento.
Uno dei suoi lavori autentici, dai colori decisamente più caldi rispetto a quelli esposti a Firenze, ho la fortuna di custodirlo già da qualche anno. Si tratta di un’opera a cui sono particolarmente legato, dal dinamismo tipico di Xhixha, il cui nome raccoglie il senso di tutto il suo pensiero: “Energia attraverso il rosso”, realizzata nel 2011, le cui caratteristiche trovate qui.
Ritornando alla sua mostra “In Ordine Sparso” di Firenze, i giardini di Boboli saranno aperti e visitabili fino a ottobre. Il consiglio resta lo stesso: fate un salto, se siete di passaggio. Concedetevi un giorno e lasciatevi guidare dal gioco di luci e riflessi alla scoperta dell’ordine e del caos.